Questa è la storia di una bambola, delle sue amicizie e del suo sogno. Le Fabdoll hanno ognuna una sua storia, ogni riferimento a fatti e persone non sono del tutto casuali.
Charlotte Fabdoll storia di una bambola della grande città
Quando ho pensato alla prima Fabdoll della serie mi è venuta in mente una ragazzina calata in mezzo alle luci della City che ama sorseggiare coffee to go per le vie della sua nuova, grande, caotica, città.
Charlotte proviene da un piccolo paesino di campagna ed è stata assunta da meno di un mese dalla casa editrice all’angolo della III. Ha accettato il lavoro di segretaria per farsi conoscere e dimostrare il suo valore. Ha lo spirito di chi può riuscire.
Charlotte non è per niente frivola, è concreta, determinata, amante dei colori e dei lustrini. Ha un debole per le borse, non di boutique ma per quelle fatte a mano dove si può sentire il lavoro di un artigiano.
Legge molto in particolare quei romanzi che analizzano il cuore e tutte le sue cavità, profondamente e con trasporto. E’ proprio per questo che lavorare all’angolo della III le piace e sogna un giorno di partecipare a quelle riunioni nella grande stanza a vetri dove per ora può entrare solo per fare fotocopie e portare caffè.
Dopo il lavoro corre al bar di Adam , il quale ha un mal celato debole per lei, per incontrarsi con Anna e Lucinda, le amiche che ha conosciuto dopo il suo arrivo. Charlotte ha un sorriso largo e gioioso e per questo riesce a fare amicizia con molta facilità. Le tre amiche si raccontano la giornata e i problemi di cuore di Anna, l’unica fidanzata del trio.
Charlotte sa che Adam noterà la sua nuova pettinatura all’insù e mentre ascolta distratta l’ultimo episodio della saga Anna e il Principe Azzurro ancora ranocchio, lancia qualche occhiata ad Adam che dietro il bancone sta parlando con la nuova cameriera dai capelli più lucidi che lei abbia mai visto.
Charlotte abita con Serena, una silenziosa fioraia che rientra a casa sempre profumata di orchidea dalla testa ai piedi. Dividono un un appartamentino minuscolo al 4° piano di una palazzina a mattoni senza ascensore e dopo 3 mesi ancora non sa praticamente niente di lei, tranne che quando suona la chitarra rinchiusa nella sua camera, in tutta la casa aleggia un senso di malinconica tranquillità. Vorrebbe tanto conoscerla di più ma è schiva tanto quanto il loro gatto.
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Oscar è il loro gattone rosso, che ondeggia la grande coda pelosa mentre cammina lento e sta accoccolato per tutto il giorno accanto alla finestra dove arriva costantemente qualche raggio di sole.
La notte prima di addormentarsi ripensa alla sua casa in campagna e guarda fuori attraverso le tendine azzurre accostate e pensa che là fuori c’è la vita che ha sempre voluto. Il buio stellato delle notti di campagna ha lasciato il posto al mai buio confortante della città, dove Charlotte non si sente mai sola.
La storia di Charlotte, come tutte le nostre vite si incrocia con quella di molti altri, le sue amiche, di Adam o della sua famiglia lontana e io inventerò altre storie che potrete trovare nella rubrica dedicata alle fiabe e ai racconti.
Le Fabdoll hanno tutte le possibilità di cambiare da un momento all’altro la loro strada. Chi adotta una bambola diventa regista delle loro storie e i giochi sono la rappresentazione di quello che ci immaginiamo stiano vivendo. Io ho dato solo l’inizio, chi adotterà le mie bambole proseguirà l’avventura.
