C’era una volta una dolce fanciulla giapponese di nome Izumi.
Abitava nel più bel palazzo di tutta la regione e un grosso drago di pietra, dagli occhi fissi e la lunga coda, stava seduto a protezione dell’imponente scalinata d’entrata. Varcate le alte mura che proteggevano la sua ricca famiglia, c’era un magnifico giardino pieno di alberi di ciliegio, dove lei passava molto tempo a leggere e a osservare i pettirossi che popolavano gli alberi. Non usciva quasi mai e non frequentava la scuola, studiava a casa con un vecchio maestro molto severo e finita la lezione correva sempre al solito posto, sotto il ciliegio più alto per incontrare i suoi amici pettirossi.
Era un periodo di siccità e scarsi raccolti di riso, la popolazione era molto gelosa del benessere in cui viveva la sua famiglia e le rivolte non mancavano.
Un giorno uno stregone molto potente e desideroso di impadronirsi delle ricchezze custodite nelle segrete del palazzo reale, fece un sortilegio e animò il drago di pietra guardiano del palazzo. Gli ordinò di rapire la fanciulla e in cambio avrebbe avuto la libertà. Il drago spinto dalla voglia di lasciare quella scalinata e di vedere il mondo, in un attimo, sputò fuoco e tirò giù il portone, si addentrò nel giardino di ciliegi e vide Izumi. La prese con le sue zampe squamose e la rapì.
Lo stregone rinchiuse la nobile ragazza in cima ad una torre, fece sapere ai genitori che avrebbero rivisto Izumi solo in cambio di tutto il loro oro, altrimenti sarebbe rimasta sua serva a vita. I signori non esitarono e consegnarono tutto l’oro e le pietre, ma allo stregone non bastò. Seppe che nel palazzo c’erano quadri e statue preziose e volle pure quelle, ma non gli bastò ancora. Voleva anche tutti i semi del granaio reale che il signore distribuiva ai suoi contadini per coltivare i campi.
Questa perdita sarebbe stata la rovina del signore e di tutto il popolo di contadini.
Allora il signore fece chiamare Yoshi un giovane, rappresentante di tutti i contadini arrabbiati e sempre più affamati. Fino a quel momento il signore non si era curato di loro, non aveva mai affrontato il problema della carestia e aveva solo pensato a vivere tranquillo nelle sue alte mura. Quando Yoshi arrivò a palazzo, potè finalmente parlare al signore e spiegare le gravi condizioni in cui stava vivendo il popolo. Il signore capì allora quanto fosse stato cieco e egoista nei confronti dei suoi contadini, i quali saputa la tragedia capitata a palazzo, si calmarono e interruppero le sommosse.
Yoshi che era un ragazzo forte e intelligente pensò di nascondersi nei sacchi di semi destinati allo stregone cattivo, per entrare di nascosto e liberare la principessa. Era anche un grande guerriero ninja forte e veloce come un gatto.
I sacchi di semi, con Yoshi nascosto nel loro interno, furono consegnati. Lui quasi fosse invisibile girò per il castello, trovò la principessa rinchiusa nella torre e la liberò.
I due giovani si innamorarono all’istante. Lui era un eroe e lei era bella come un fiore di ciliegio. Il padre riconoscente per averla salvata, acconsentì alle nozze e i due vissero felici nel grande palazzo reale. Lo stregone fu catturato insieme al drago, ma prima Yoshi gli ordinò di usare la magia e di far piovere finalmente sui campi di riso ogni volta che ce ne fosse bisogno.
La siccità finì, i contadini perdonarono il signore che, imparata la lezione, fu più attento ai bisogni del popolo, ascoltando ogni problema come se fosse il proprio. Lo stregone accecato dall’avidità fu punito e anche lui, nonostante fosse malvagio e privo di sentimenti, capì una cosa: se si fosse accontentato dell’oro e non avesse chiesto nient’altro, non sarebbe stato sconfitto dall’astuto ninja. I giovani innamorati vissero insieme felici e contenti e tutti impararono che l’unione fa la forza.