Dai miei diari di viaggio…
Questo post è l’ennesima riprova che il mio ultimo tentativo di mettere ordine fra le foto salvate sul mio pc è fallito. Ho già mollato tutto per condividere con voi il mio stupore nel notare che in tempi in cui neanche sapevo cosa fosse il lavoro all’uncinetto, anzi lo evitavo perchè faceva “vecchio”, inconsapevolmente ne ero attratta. Durante i miei viaggi scanzonati già immortalavo pupazzi e ferri sferruzzanti come ad Edimburgo nell’estate del 2011 dove fra tutti gli artisti di strada del Fringe Festival ho colto una ragazza che faceva yarn bombing. Adoro le foto perchè in un baleno ti fanno tornare a quel momento e in questo caso, la mia riflessione fu sul senso interpretativo da dare a quella ragazza che sferruzzava in mezzo alla strada. Ora, a distanza di anni, grazie a qualche ricerca in web, in un articolo ho scoperto che “la ragazza bionda che sferruzzava” si chiama Julia Collins, è una matematica e stava rappresentando il concetto che il lavoro ai ferri è di fatto un passatempo matematico; ha ragione! Pensate agli aumenti, alle diminuzioni, alle proporzioni e alle tensioni del filo, con cui dobbiamo fare i CONTI nei nostri progetti.
Sfogliando ancora le mie cartelle di foto nell’allegra Barcellona, precisamente nel grazioso Barrio Gràcia, ecco che appare un negozio di filati con conigli amigurumi in vetrina, e lì organizzavano lezioni di uncinetto. Allora pensai che bello fosse la riscoperta del lavoro manuale e tac, mi trovo qua a scrivere un blog su riciclo e tutorial fai da te. Strana la vita. Pensavo anche che corsi del genere fossero frequentati da chissà che tipe hippy alternative, per poi finire io stessa, a organizzare lezioni nella mia città, con ragazze desiderose di fare e apprendere questa mia passione.
En BarcellonaAnche nei ricordi di Londra ho trovato che la macchina fotografica si è soffermata nella vetrina di Liberty, su un tigrotto all’uncinetto e a Notting Hill su tutta una parete arredata con macchine da cucire.
Persino una vacanza in Croazia, dove fra scogli e natura, fui sorpresa dall’arredo della nostra camera a Zagabria, che aggiungeva un tocco retro con un tavolo ricavato da una macchina a pedali.
In Provenza ho avuto un colpo di fulmine con questo angolo a mongolfiera, nel quale ci rivedo i miei amigurumi preferiti.
Queste sono solo prove fotografiche, ma i miei ricordi sono pieni di immagini di signore sferruzzanti nei parchi, di merletti di Burano e mercatini dell’artigianato pieni di creatività. L’occhio coglie quello che il cuore cela, e la manualità parla in tutte le lingue del mondo, basta saper ascoltare.